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Ladies and Gentlemen, start your engines!
Pensa all’uscita della Source e al gas spalancato fin su a Les Combes, dopo Eau Rouge-Radillon e Kemmel e pensa al doppio DRS Lotus. Pensa all’ultima gara e alle sfavillanti performance di Grosjean prima e Raikkonen poi. Pensa a quest’ultimo, con cinque vittorie già a curriculum sulla “pista dei campioni”. Pensa all’ultima di quelle cinque, nel 2009, poi due anni d’esilio e il ritorno 2012 cui ancora manca la vittoria sin qui solo sfiorata. Pensa a domenica prossima… può succedere per davvero?
2010: l’anno del disastro Ferrari
Incredibile, un finale pazzesco. Vettel 3° in classifica generale alla vigilia riesce nel doppio sorpasso lungo gli ultimi 300 km dell’anno. La stessa fiaba messa in scena nel 2007 quando analoga impresa riuscì alla Rossa con Raikkonen, solo a ruoli invertiti.
Francamente, dopo le qualifiche del sabato, quanto accaduto in gara è un qualcosa di difficilmente ipotizzabile. Il miracolo del 3° posto in griglia di Alonso aveva i connotati della zampata del fuoriclasse, quella che poteva, sarebbe dovuta, valere il titolo mondiale.
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Gli incresciosi fatti di Hockenheim
Ho già espresso il mio disgusto per quanto messo in scena dalla Ferrari tutta, tanto al muretto quanto negli abitacoli. Ora che è giunto il verdetto della FIA cui la Ferrari non farà appello il capitolo è finalmente chiuso, non se ne sentirà certo la mancanza. Evitiamo quindi di ricamarci su con facile propaganda, atteniamoci ai fatti, agli incresciosi fatti di Hockenheim, eccoli:
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Red Bull: iprocrisia alla stato brado
Gli ordini scuderia sono insiti in questo sport, nessuno fa eccezione. Niente di nuovo, niente di gradevole.
Inutile appellarsi alla mitologia dell’automobilismo inglese, dicasi lo stesso anche per loro. A giocare con il fuoco ti scotti, se ti scotti non giochi più, italiano o inglese che tu sia. È detto comune, qua dentro, il più sano ha la lebbra. Esempi?
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La leggenda di Mr Lotus
Fondatore di uno dei team più gloriosi della F1, inventore di straordinarie rivoluzioni tecniche, protagonista di successi, cadute, nuovi successi e nuove cadute. Inconfondibile con baffi, berretto nero ed esultanze coreografiche. Sfacciatamente contro corrente, per questo amato ma, allo stesso tempo e soprattutto, odiato. Unico al punto che addirittura sulla sua morte sussistano ad oggi ancora diversi dubbi.
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